
Personalmente credo di dover tutto all’arte nella mia vita...e quando parlo di arte mi riferisco alla sua accezione più generale e poliedrica: l’arte intesa come forma di senso e sensibilità che ti si insinua nello stomaco offrendoti possibilità di letture e di cammino della/nella realtà alternative, intime, forti. Musica, colori, disegno, pittura, scrittura mi hanno sempre accompagnata durante la mia crescita e la mia vita, a volte come silente culla di emozioni, altre come importante strumento di lavoro e significazione in momenti chiave della mia esistenza.
Non mi reputo un’artista, ma so che non potrei (non potremmo?) far a meno dell’arte nella mia vita tanto quanto del sole che ci riscalda...Lei c’è...è dentro di noi...e quando trova finalmente un canale per affacciarsi attraverso la nostra pelle e i nostri sensi, ingloba e stravolge la nostra visione del mondo fino a diventarne parte integrante...Chissà...forse il sesto senso, o il terzo occhio potrebbero proprio identificarsi con l’arte...grande madre e cratrice di mondi possibili...dei nostri mondi possibili.
I laboratori che conduco si basano su queste premesse e tendono a stuzzicare la produzione artistica del Sè e la rappresentazione creativa, simbolica, emozionale dell’essere, come offerta di un canale alternativo (non a se stante ma integrato con gli altri e collaborante con essi) attraverso il quale, per dirlo socraticamente, Conoscere se stessi e, pindaricamente, divenire ciò che si è. In altre parole, entrare in con-tatto con se stessi e le proprie emozioni.
Ogni volta che mi trovo in un laboratorio, sento il mio cuore dischiudersi e ogni senso sbocciare: è un tuffo dolcissimo entro la vera vita, navigando nelle emozioni, nelle sens-azioni, e non c’è esperienza più bella che recuperare, di volta in volta, un’inarrestabile meraviglia.
Per diventare bambini ci vuole una vita, diceva Picasso...E’ vero...persa la spontaneità e la semplicità dell’infanzia, ingenua e pura tesa all’ascolto destrutturato dei bisogni e dell’espressione non-filtrata, ergiamo intorno a noi castelli e muraglie a volte deleterie e soffocanti: recuperare quella dimensione, di verità, spontaneità, semplicità, divertimento dell’infanzia è uno degli obiettivi dell’ artcounseling, riportare a galla il bambino che è dentro di noi, giocosamente, per recuperare una profonda capacità che abbiamo eclissato: quella di meravigliarsi, e viversi

Una studentessa di scuola superiore, lavorando sul tema della “Fragilità”, disegnò i contorni di una farfalla esile e stilizzata con una matita gialla pallida, lasciandola bianca e incolore, e scrisse: “bisognerebbe intingere le ali nel nostro arcobaleno”.
Questo è il senso del mio artcounseling: intingete le vostre ali nel vostro splendido arcobaleno!
Ciao Marta! Vedo che coltivi i tuoi interessi con più ardore che mai! Bello!
RispondiEliminaE, a proposito di interessi, conosci Arno Stern e i suoi Closlieu?
Grazie Cielo! Sì conosco e mi ispiro molto al lavoro di Stern...Il Closlieu è un angolo intenso di paradiso della creatività e del colore...prima o poi avrò lo spazio per crearne uno tutto mio, in cui affondarsi... semplicemente... dentro se stessi e il proprio arcobaleno...:-)
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