sabato 23 ottobre 2010

Diario di bordo…di un’educatrice

Dai Laboratori Video-Emozionali del Progetto “Ragazzi e Dintorni”*


Percorro la strada e frammenti di immagini e colori e suoni si stagliano nella mente come puzzle colorati e luminosi che si susseguono e accavallano creando e disfando impressioni di vita ed emozioni lungo il cammino avventuroso di…Ragazzi e dintorni… Avviene sempre questo gioco nella testa e nel cuore…sia quando si sta per entrare in un laboratorio, sia quando se ne esce…

In entrata è vortice di piumose idee che si staccano dalla drammaticità dell’aspettativa e si addolciscono invece nei colori della creatività e della curiosità. Sappiamo bene quanto una progettazione statica e rigida di un intervento formativo sui ragazzi (ma non solo sui giovanissimi) sia costretta a lasciare strada facendo, il tempo che trova…lasciando cadere la freddezza e l’impersonalità della progettazione a favore della creatività e della plasticità, dell’intenzione che segue la mappa senza smettere di essere pronta all’inaspettato, al creativo, al cambio di rotta improvviso…senza perdere di vista la meta… Pronta a lasciare la direttività per seguire la complicità, la collaborazione, la condivisione, l’autenticità lì dove è la realtà che parla, che chiede, che esige e propone, e non la mente nella sua astrazione…Una progettazione e un intervento pronti a nutrirsi di vita reale per immergersi nella vita reale e affrontare e percorrere la vita reale…e per produrre frutti che abbiano lo stesso gusto, di reale, di sentito, di vissuto, di mai scontato, mai inautentico, mai sterile. Quando un laboratorio emozionale è basato sulla creatività e l’arte e la relazione con i destinatari e protagonisti del progetto stesso, è proprio la porticina socchiusa sulla meraviglia che ci lascia liberi di vivere quello che accade, ogni volta, e ogni volta, in maniera diversa…

In uscita il puzzle emotivo dell’operatore è ancora più denso e carico di movimento…pilotato dall’accaduto, dal vissuto, dal sentito intrecciato con il progettato e immaginato, disciolto nell’imprevisto, nell’inaspettato, nel creato, nell’ “educato”…dove chi ha imparato cosa da chi sembra quasi perdere confine, perché chiunque impari qualcosa dall’esperienza inevitabilmente lascia qualcosa di se e della sua esperienza, ed è in questo movimento di emozioni e conoscenze ed esperienze e colori che il puzzle si muove e crea…immagini foto e video e ricordi e prospettive…di Ragazzi e dintorni.

Cosa propongo ai ragazzi? Cosa offro? Quali obiettivi per ogni incontro? Due anni, diverse scuole, diversi interventi in diverse realtà, ogni volta una nuova avventura, un modello laboratoriale che propone il lavoro sull’emotività, sull’autoconoscenza e sulla creatività: la realizzazione di video che…come puzzle stagliati nell’universo giovanile, raccolgano segni di loro, del loro mondo, ma quello interiore però, perché di quello esterno ne siamo pieni tutti, anche i ragazzi stessi, di ciò di cui si nutrono, da fuori, il mondo compulsivo e rumoroso del fare, dell’avere…davanti al silenzio e dolce fluire dell’essere. Offriamo colori, offriamo inventività, creatività, offriamo gioco, offriamo gruppo, ascolto, accoglienza, gioco, solidarietà, rispetto, silenzio, musica, vita nel rispetto e ascolto dell’altrui vita…offriamo cerchio, protezione, cura e stimoli, offriamo prevenzione e criticità, discussione ed elaborazione, offriamo educazione divertimento, ma anche abbracci e fazzoletti quando quel silenzio interiore si squarcia e lascia scorrere dal profondo degli occhi e del cuore la sua musica migliore. Offriamo crescita, e lo facciamo cercando di parlare la loro stessa lingua, imparando il loro linguaggio e integrandolo con il nostro, insegnando il nostro linguaggio e lasciandolo integrare con il loro…offriamo tanto…ma quanto riceviamo? Io credo che riceviamo, a volte, forse più di quanto diamo! È un processo dialettico, è un crescere insieme, è un ridiventare piccoli per inoltrarsi attraverso i percorsi delle loro gioie e delle loro sofferenze, del loro mondo e del loro essere…ma è anche un tentare di diventare più adulti da parte di chi sa che deve crescere, che gli piaccia o no, e anche se non è questo il momento in cui si sente pronto a farlo, sa che verrà il suo, sa che avrà un percorso e degli strumenti e sa che non sarà un salto nel vuoto e che non sarà la perdita di parti di se, ma un trasformarsi giocoso, un definirsi colorato con forme e colori, nel rispetto e nella gioia che sempre accompagnano la vita, senza scivolare verso i grigi del mondo cupo e adulto, come ai loro occhi, appare o rimanere incastrati nei gialli dell’infanzia senza correre e giocare attraverso tutto l’arcobaleno che indica la mappa, colorata, delle nostre emozioni e della nostra crescita. Quindi offriamo…ma prendiamo entusiasmi e gioie e autenticità che solo l’età delle meraviglie conserva in maniera genuina e innocente…prendiamo affettività e raccogliamo sfide che siamo liete di perdere, quando chi vince conquista se stesso. Raccogliamo anche lacrime e non raramente sofferenze o abbandoni che ci lasciano con l’amaro in bocca…Raccogliamo la vita…e l’accogliamo semplicemente per quello che è, arricchendoci ogni giorno dall’esperienza di ogni giorno e dalla relazione con ogni ragazzo, ogni gruppo, ogni istituzione, ogni gioco. Raccogliamo gioie e successi e a volte anche piccoli insuccessi. Ma raccogliamo l’energia di voler promuovere qualcosa che non vuole dirigere nessuno da nessuna parte, se non ognuno semplicemente e dolcemente, verso il meglio di sé stesso…

E allora “cosa abbiamo fatto” suggeriva la prima parte del diari di bordo dei ragazzi…E seguendo la stessa scaletta rispondo…Abbiamo vissuto un’esperienza incredibile! Abbiamo parlato, abbiamo imparato, abbiamo scoperto tante cose, abbiamo usato tanti colori in tanti modi diversi per ricordarci che la vita è sostanzialmente colore…e musica…e musicalità perché tutto ciò che ci accade dentro ha un suono e un colore e un’ immagine e un senso e noi siamo splendidamente liberi quando riusciamo a trovarlo e comunicarlo! Abbiamo riso e abbiamo attraversato le nostre gabbie interiori e tutto ciò che ci rende chiusi, bloccati, a volte addirittura dipendenti…e abbiamo scoperto che spesso queste gabbie non sono rappresentate tanto dalle cose che ci sbarrano, ma sono, il più delle volte, le sbarre delle nostre stesse emozioni, sconosciute, inespresse, che ci tolgono la libertà e ci rendono schiavi di qualcosa..a volte schiavi di noi stessi. Abbiamo socializzato e scoperto il senso del gruppo, del bisogno costante del rispetto e dell’importanza di imparare ad ascoltare, e, a volte, di fare silenzio proprio per ascoltare se stessi e gli altri…ma soprattutto abbiamo scoperto…che è davvero difficileeeee fare silenzio e ascoltare a quell’età!!!! Ma provando si impara! E soprattutto è sbagliando che si impara! E abbiamo provato a sbagliare insieme tante volte, per imparare e trovare le nuove vie per camminare o le nostre piccole “medicine” per curare i nostri cuori e i nostri sentimenti dolorosi o i nostri più antipatici modi di essere! Abbiamo recitato, simulato, cantato, urlato…urlato tanto! Sia io che i ragazzi! Si urla quando non c’è ascolto, si urla quando ci si diverte, ma spesso io credo che si urli anche perché dentro di noi qualcosa urla più forte, e allora forse, se noi urliamo di più, riusciamo a non sentirlo…e a volte quello che urla da dentro così forte da non volerlo sentire è…paradossalmente… un silenzio… o un grosso vuoto…

Abbiamo fatto davvero tanto, ma davvero tante cose…ma ciò che più ci interessa, è che cosa siamo stati, o cosa siamo diventati…

Nella vita abbiamo il diritto, a volte il dovere, di gettare dei semi…Sappiamo che non tutti germoglieranno, seppur con la stessa cura, né sappiamo che cura si avrà avuta per ognuno di quei semi…ma sappiamo anche che non è l’intento con cui è stato gettato il seme che conta davvero, sappiamo che in ognuno di noi un seme germoglio in modo diverso…a volte anche solo un sorriso in più può rivelarsi la miglior fioritura mai sperata…e bisogna avere occhi per sapere guardare, cogliere e gioire do ogni germoglio.

Allora penso ai tanti volti e ai tanti sorrisi ai tanti occhi e alle tante braccini che sono passata davanti ai miei occhi e al mio cuore in questi due anni, e sono fortunata a porteli rivedere tutte le vote ch voglio attraverso i video a cui abbiamo lavorato. E penso a quanti mi hanno regalato tanto in termini di affetto, di soddisfazione, di piccoli e grandi successi personali che hanno raggiunto, di vittorie e sfide e scommesse e cambiamenti…Penso e il puzzle continua a montarsi e disfarsi nella mia mente…ed è proprio questo movimento dolcemente emozionale che mi ricorda che…ok…è andato esattamente tutto come doveva andare…questa è la giusta e miglior riuscita di Ragazzi e dintorni…un movimento emozionale di immagini e colori che si rincorrono nel tempo e nel ricordo…

“Cosa hai provato?” chiedeva la seconda voce del diario di bordo dei ragazzi…e allora rispondo…ho provato tutto, tutte le emozioni e tutti i sentimenti, nessuno escluso, ma soprattutto ho provato gioia e soddisfazione nell’assistere a piccoli successi di grande valore da parte di alcuni ragazzi o alcuni gruppi, che hanno rappresentato sfide importanti e faticose, ma sicuramente le meglio riuscite e le più indimenticabili!

E infine il diario portava una nota finale: messaggi per gli EDUCATORI:

Ho letto i messaggi più belli in quest’ultima parte del diario, spesso è stato commuovente ma soprattutto incoraggiante. E allora anch’io mando un messaggio agli educatori, sottoscritta inclusa, ringraziandoli per quello che fanno soprattutto quando lo fanno con la loro miglior parte creativa e produttiva, che è quella della mente autentica e del cuore libero, pronto ad affiancare alla professionalità anche l’amore per quello che fanno, perché rende tutto più fruibile e migliora la qualità degli interventi come nessun’altra specializzazione potrebbe fare,e soprattutto, credo che questa sia l’unica specializzazione, quella del cuore, che viene riconosciuta dai ragazzi, sempre! Ma soprattutto vorrei dire agli educatori, tutti, di non dimenticare mai che è la vita che ci educa e ci insegna sempre, e che di questa vita fanno parte anche i ragazzi e che a volte sono loro i migliori profeti della vita, e migliori educatori degli adulti, quando si dimenticano, spesso, di essere stati anch’essi bambini…e che, ogni tanto, lo sono e possono esserlo ancora.
Grazie Ragazzi e dintorni, indimenticabilmente Ragazzi e dintorni!



Dott.ssa Marta De Lorenzo


Da:
"Voci di Strada" rivista quadrimestrale della Comunità Emmanuel SPECIALE Progetto “Ragazzi e dintorni”

http://www.comunita-emmanuel.org/pdf_notizie_e/indice_VdS_giugno_2010.pdf
http://www.comunita-emmanuel.org/riviste.asp

*Progetto “Ragazzi e dintorni”:Ass.Comunità Emmanuel o.n.l.u.s (sede di Lecce strada provinciale Lecce-Novoli) e Ambito territoriale n.3 ASL Br.

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