domenica 15 giugno 2008

Che cos'è l'Arteterapia

Arteterapia: l'arte che cura

L’arteterapia può essere definita come l’insieme dei trattamenti terapeutici che utilizzano come principale strumento il ricorso all’espressione artistica allo scopo di promuovere la salute e favorire la guarigione, e si propone come una tecnica dai molteplici contesti applicativi, che vanno dalla terapia e la riabilitazione al miglioramento della qualità della vita.Le risorse utilizzate sono le potenzialità che ognuno di noi possiede, chi più chi meno, di elaborare il proprio vissuto e di esprimerlo creativamente; dove educare sta per e-ducere, cioè portar fuori e, nella pratica terapeutica e riabilitativa, portar fuori dal buio verso una maggiore conoscenza e consapevolezza.Il focus dell’arteterapia, più che sul prodotto artistico finale, è sul processo creativo in sé. Ciò che è importante è soprattutto l’esprimersi, il creare. L’atto di produrre un’ impronta creativa, infatti, permette all’individuo di accedere agli aspetti più intimi e nascosti di sé, di contattare ed esprimere le emozioni più recondite e spesso inaspettate, e di sperimentare e potenziare abilità spesso ignorate o inutilizzate. In questo senso il processo creativo, al di là del contenuto e del risultato finale, è già terapeutico in sé.“L’arte ha valore per la sua capacità di perfezionare la mente e la sensibilità più che per i suoi prodotti finali” (Fred Gettings, 1966)

Ciò non toglie che queste impronte creative, e cioè i prodotti finali dell’espressione artistica, possano svolgere altre importanti funzioni. Prima di tutto rappresentano per “il creatore” una traccia di sé, la testimonianza della propria auto-affermazione e il ricordo delle esperienze vissute durante la sua produzione, e dunque un punto di partenza per ulteriori riflessioni. Inoltre, in quanto rappresentazione simbolica del mondo interno del soggetto, rappresenta per il terapeuta uno strumento privilegiato di accesso ai suoi contenuti interni, e dunque un materiale molto ricco ai fini della diagnosi e di una maggior comprensione del paziente.Come tecnica terapeutica e riabilitativa l’arteterapia si è sviluppata solo di recente (circa una cinquantina di anni fa) in seguito ai successi ottenuti da alcuni specialisti in attività creative nell’ambito dell’assistenza sanitaria, della riabilitazione e dell’educazione speciale. Il concetto stesso di arteterapia è dunque relativamente nuovo. Le sue origini, tuttavia, possono essere rintracciate nell’antico ed eterno rapporto tra cultura, arte, e sviluppo sociale. “Alcuni autori sono arrivati a suggerire che tra arti e società esiste un legame inscindibile: perciò, la salute di una società si riflette nella sua attività artistica, e viceversa. Analogamente, si è detto che l’esercizio del diritto a produrre la propria impronta creativa può essere considerato come indice di salute dell’individuo.” (Warren,1993).

Fare arte coinvolge l’individuo nella sua totalità mente-corpo. L’attività creativa richiede infatti non solo un impegno intellettivo e cognitivo - legato all’immaginazione e all’ideazione del ‘prodotto artistico ’ - ma anche un impegno percettivo, sensoriale, e motorio, legato alla produzione artistica in senso stretto. Le tecniche legate all’arteterapia hanno dunque la funzione di porre in miglior comunicazione soma e psiche, mente e corpo, e di far in modo che vi sia un rapporto più fluido ed equilibrato, e dunque più sano, tra questi due inscindibili aspetti che ci costituiscono, troppo spesso vissuti in maniera separata.Fare arte, nel senso di impegnarsi in un’attività nuova e creativa, promuove inoltre l’attivazione dell’emisfero destro del cervello, che presiede appunto alle attività creative, alla fantasia, all’intuizione, alla comunicazione e ai segnali corporei (pensiero analogico). Nella nostra società contemporanea, e in particolar modo in quella occidentale, il pensiero analogico viene ritenuto di solito come meno importante rispetto al pensiero logico-razionale, dovuto invece all’attività dell’emisfero sinistro. In realtà, invece, come necessitiamo di due gambe per poter camminare correttamente, allo stesso modo abbiamo bisogno dell’attività congiunta dei due emisferi del cervello per poterci adattare adeguatamente alla mutevole realtà. Il così detto “pensiero laterale”, infatti, il cui sviluppo viene promosso dall’attivazione dell’emisfero destro, è fondamentale per arginare i limiti del pensiero logico-formale. Come bene sintetizza il medico psicologo De Bono (Manzelli, Neuroscienze.net), il pensiero laterale permette di riconoscere i criteri e le idee dominanti che di solito polarizzano la percezione di un problema, di cercare dunque modalità nuove di guardare ed operare sulla realtà, e quindi di rendere più flessibile il rigido controllo del pensiero logico-razionale e stimolare lo sviluppo della creatività. L’arteterapia dunque diviene un’importante opportunità per dedicare spazio e tempo, e dunque promuovere e potenziare, queste fondamentali capacità.Fare arte implica il ricorso al linguaggio dei simboli. Dipingere, disegnare, plasmare, danzare, implicano un’attività nella quale tutti i nostri sensi vengono stimolati e noi veniamo assorbiti nella nostra totalità. Ciò che proviamo e sperimentiamo si riflette nella nostra produzione artistica in termini di qualità ed intensità di linee, tratti, colori, movimenti, nel modo in cui usiamo il tempo e lo spazio, eccetera. Per cui l’espressione artistica si propone come un riflesso, una rappresentazione simbolica del nostro mondo interno e delle modalità che solitamente usiamo nel rapportarci alla realtà, sia esterna che interna.È proprio la caratteristica di utilizzare il linguaggio dei simboli, e dunque non solo quello verbale, che rende l’arteterapia un canale privilegiato rispetto alle altre forme di terapia. L’espressione artistica funge infatti da fattore di protezione e contenimento, e da oggetto mediatore nella relazione tra l’utente e il terapeuta, e così, pur rispettando i meccanismi di difesa, in qualche modo li aggira e favorisce la libera espressione del proprio mondo interiore, una maggiore autoconsapevolezza e l’attivazione di risorse creative.È infatti più facile parlare di un disegno, di una poesia, di un brano musicale, di un film o di qualsiasi altro prodotto artistico, che parlare di sé.(...)

Per tutte queste caratteristiche intrinseche del fare arte, l’arteterapia riesce a superare i limiti delle terapie esclusivamente verbali. Facendo ricorso alle modalità infantili, ai più diversi registri sensoriali e comunicativi, e stimolando la creatività, l’arteterapia permette a tutti, e soprattutto a chi ha, per qualsivoglia ragione, difficoltà di comunicazione di esprimere emozioni e sentimenti inibiti, o di cui è difficile parlare; identificare ed affrontare conflitti e blocchi emozionali; migliorare la conoscenza e il rapporto con il proprio corpo; aumentare l’autoconsapevolezza; incrementare l’autostima e la percezione di autoefficacia; affermare sé stesso e la propria identità/individualità; sviluppare nuove strategie di comportamento; incrementare le capacità relazionali e comunicative.L’arteterapia viene usata nei contesti più vari (terapia, riabilitazione, educazione). (...)

Tra le forme d’arte principalmente utilizzate in arte terapia si possono menzionare tutte le arti grafiche, dal disegno alla scrittura; la danza; la musica; il teatro e la cinematografia.

Estratto da:
IMPROTA, A. (2005). Arteterapia: l’arte che cura. Firenze: PsicoLAB. Visionato il 10/04/2008 su http://www.psicolab.net/

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