domenica 15 giugno 2008

Stanze



Salgo a bordo dell’inquieto sentire, in punta di piedi attraverso cromatiche stanze dell’essere.
Furenti mi accolgono e beffarde sirene mi ammaliano: scavalco l’onda veemente e d’incanto mi bagno, di immenso mi macchio... e tacitamente tremo.
Grida graffianti mi avvolgono e gocce di allucinata polarità mi piovono dentro, umide e scintillanti come fluidi d’essenza caramellata e fiele pungente in corsa ripida sulla pelle rabbrividita e densa...
Ego imperante schiaffeggia l’obliato silenzio... ruvide mi inondano emozioni sporche e silenti, e gocciolo primitiva ingenuità sui passi nudi e fondenti.
Da una finestra correnti tiepide e folte e sfumature di respiro mi spettinano un ingenuo sentire, e come soffi mi sospingono verso il centro, tra palpebre spigolose e ipnotiche valli vellutate, visioni... dal cuore di fronti corrugate, e convulse si contraggono e sopite si trattengono, sanguigne e fresche, agganciante ad esche saporite e gustose.
Fluidi accecanti scivolano giù per gole bruciate, e filamenti d’oro schizzano via dal sentiero muschioso... nutrizione... mentre mi accuccio e una dolce mano mi si tende... zucchero, nella culla ondulante del grembo pulsante... Bum... bum... bum... schegge taglienti spruzzano nel fondo infinito di sfumature notturne... dal buio emergono cuori velati... bum... bum... bum... la scarnificata fecondazione smuove le aride terre su cui avidi ed edonistici passi scolpiscono orme di gravida vita.
Un vulcano sommerso erutta arcobaleni fumanti, la crosta trema, un vaso si infrange e il terrore afferra la gola stordita... ma poi silenzio... e fiori sbocciano purpurei e pastosi... credo demoni e invece inciampo in ciottoli carnosi. Smeraldo sinuoso e sottile, dalla lingua biforcuta e provocante, mi striscia dinanzi mentre scivolo sulla tela notturna, soffio via fumi argentei e nebbie incensate... alle mie spalle le gelide raffiche si accucciano entro nidi curati e si spargono tra le foglie... la notte artica si scioglie al tepore di una timida aurora, decorata di petali succosi e respiri profondi... e a piedi nudi calpesto il madido prato.
Vortici, vortici di sfumature mi risucchiano veloce, e precipito giù, trascinando con me uno stelo piumoso, fluttuando nell’ignoto e nell’inquieto sentire... Risonanza... risonanza di sussurri e grida di senso... atterro su membra note e ricche di desiderio... dischiudo gli occhi e come un soffione al vento sfumo... nell’infinito... cammino... qui ed ora.

A Massimo Schito,

Marta

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